Il WEB 2.0
Con il WEB 2.0 diventano centrali, invece, la collaborazione, la condivisione, l’interazione tra utente e sito. Se il WEB 1.0 si poteva definire statico, il WEB 2.0 è decisamente dinamico.
Non che – ad esere onesti – per “creare” il WEB 2.0 siano state necessarie tecnologie particolarmente complesse, nuove o appositamente create. Più semplicemente sono state “messe insieme” ed usate in modo diverso tecnologie in parte già esistenti e in parte nuove.
Per questo, non trattandosi di tecnologie completamente nuove, per molti il termine WEB 2.0 sarebbe stato coniato appositamente solo per spingere su alcune piattaforme e tecnologie specifiche. Una scusa, insomma. Molti usano, al posto di WEB 2.0, il termine “Nuovo Web”; non che faccia molta differenza se non ne vogliamo fare una questione di lana caprina. Siccome WEB 2.0 è il termine che utilizzano ormai tutti, lo utilizzeremo anche noi.
Quello che conta è che con il WEB 2.0 si passa da un web statico a uno di tipo dinamico e sociale: l’utente non è più solo un lettore, un consumatore passivo di contenuti, ma li crea direttamente (o contribuisce a crearli) e li condivide.
I nuovi servizi che nascono e caratterizzano il WEB 2.0 sono moltissimi.
Eccone un elenco del tutto parziale, visto che un elenco esaustivo sarebbe impossibile da compilare:
- social networks (cioè network sociali come Flickr, Youtube, Slideshare etc)
- applicativi basati sul web (GoogleDocs etc)
- blog e podcast
- CMS (Content Managemente Systems, cioè sistemi per la gestione dei contenuti che – non più statici bensì dinamici – sono destinati a cambiare spesso)
- sottoscrizione a sistemi di aggiornamento (feed RSS etc)
- e chi più ne ha più ne metta
Se il WEB 2.0 è partecipazione, va da sé che la possibilità – per esempio – di creare dei blog personali (vedremo in successivamente di cosa si tratta) sui quali dire esattamente cosa si pensa o con i quali condividere pubblicamente le proprie competenze ha portato a un aumento enorme di contenuti, sia come tipologia sia come mole.
Un esempio molto banale: se cerchiamo la parola “pecora” tra i risultati troviamo sia link a siti che parlano, ovviamente, di ovini sia link al sito della trasmissione radiofonica di RAI2, “Un giorno da pecora”. Un chiaro esempio in cui oltre alla ricerca delle parole chiave sarebbe stato utile conoscere il contesto più specifico in cui fare la ricerca.
Ecco, proporre risultati in tema rispetto al contesto fa parte degli obiettivi del web semantico, cioè del WEB 3.0.
In estrema sintesi, ecco l’evoluzione del web:
- WEB 1.0: collegamenti ipertestuali (link) tra contenuti diversi. Il web connette l’informazione.
- WEB 2.0: partecipazione degli utenti. Il web connette le persone.
- WEB 3.0: trasparenza dei dati e loro riutilizzo per fini diversi. Il web connette i saperi.
Nel caso del WEB 2.0, poiché parliamo di un web che connette le persone pariamo anche di un web sociale o Social Web che dir si voglia. In altre parole: Social Media.
- Dal WEB (1.0) al WEB 3.0
- Cosa sono i Social Media
- WordPress, Tumblr, le piattaforme blog e i feed RSS
- Google Plus
- Foursquare, Google Latitude e la geolocalizzazione
- Youtube, Vimeo e i servizi video
- Flickr e i servizi di condivisione di foto
- Wikipedia
- Social Media, Web 2.0/3.0 e motori di ricerca
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